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LINEE GUIDA PER LA CORRETTA GESTIONE DEGLI
ABBRUCIAMENTI AGRICOLI

L’abbruciamento dei residui vegetali è considerato da molti una pratica agricola ordinaria, finalizzata non solo a ripulire il terreno, ma anche alla mineralizzazione degli elementi contenuti nei residui organici, alla concimazione dei terreni coltivati ed al controllo delle fonti di inoculo e propagazione delle fitopatie in grado di colpire le colture agrarie.

Ma la combustione non controllata di residui agricoli produce sostanze inquinanti con impatti a scala globale, regionale e locale sulla qualità dell’aria, la salute umana ed il clima.

Lo scopo principale delle linee guida è quello di fornire uno strumento di supporto prima dell’inizio del periodo autunnale/invernale, in cui abitualmente vengono effettuate la pulizia di prati e orti e le potature delle piante, al fine della corretta gestione di una pratica agricola largamente diffusa.

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IN SINTESI

L’abbruciamento rappresenta sempre una fonte di emissioni inquinanti in atmosfera, che può disturbare i vicini e avere effetti sulla salute e sull’ambiente. E’ quindi fortemente consigliato in tutti i casi in cui è possibile gestire i residui agricoli attraverso il compostaggio o il conferimento nei centri di raccolta. Se non vi è altra possibilità l’abbruciamento dei residui agricoli è consentito nel rispetto di alcune condizioni e limiti previsti dalle norme nazionali, regionali e comunali.

Quando è possibile bruciare residui vegetali: (devono essere soddisfatte tutte le seguenti condizioni)

  • solo sul luogo di produzione;
  • solo su fondo agricolo (terreni agricoli);
  • solo se il sottoprodotti vengono utilizzati sul luogo di produzione come ammendanti/concimanti del terreno. Cioè le ceneri rimanenti devono essere sparse sul terreno di produzione;
  • in quantità giornaliere non superiori a 3 metri steri (vuoto per pieno) per ogni ettaro di terreno;
  • a distanza superiore ai 50 m da boschi, da incolti o terreni con vegetazione secca;
  • in mancanza di regolamenti comunali/regionali, ad una distanza superiore ai 100 metri dalle case, dagli edifici, dai boschi, dalle piantagioni, dalle siepi, dai mucchi di biada, di paglia, di fieno, di foraggio e da qualsiasi altro deposito di materia infiammabile o combustibile;
  • non arrechi molestia ai vicini;
  • purché non sia un pericolo per la salute umana.

Quando è vietata ogni attività di abbruciamento dei materiali vegetali: (é sufficiente una sola di queste condizioni affinché sia VIETATO)

  • eseguita fuori dal luogo di produzione;
  • su giardini di pertinenza dell’abitazione (es. potatura siepi, fogliame…), o con destinazione diversa da quella agricola;
  • per una finalità diversa dal reimpiego dei materiali come sostanze concimanti o ammendanti;
  • in quantità giornaliera superiore a 3 metri steri (vuoto per pieno) per ogni ettaro di terreno;
  • a distanza inferiore ai 50m da boschi, da incolti o terreni con vegetazione secca;
  • nei periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi, dichiarati dalla Regione;
  • in mancanza di regolamenti comunali/regionali, ad una distanza minore di cento metri dalle case, dagli edifici, dai boschi, dalle piantagioni, dalle siepi, dai mucchi di biada, di paglia, di fieno, di foraggio e da qualsiasi altro deposito di materia infiammabile o combustibile;
  • se disturba il vicinato oltre il normale limite di tollerabilità;
  • se esistono prescrizioni per superamenti dei limiti della qualità dell’aria;
  • se esistono ordinanze per elevato rischio incendio (siccità o forte caldo o vento).