Parrocchia

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Peuple d’Arvier! Aime bien ton église, viens-y souvent, aime à la voir bien ornée; mais souviens-toi surtout que son plus bel ornement, le jour de fête, est un peuple compacte et recueilli dans la prière. (Chanoine Ambroise Roux)

Parrocchia di San Sulpizio
Piazza Emile Chanoux, 1
11011 ARVIER (AO)

Parroco:
don Antonio Leonetti. Cell. 320 627 3349

Orario Sante Messe:
Festiva (domenica) ore 11:00

Cantoria
Per entrare a far parte della cantoria, rivolgersi a
Nicoletta Jorrioz.  Tel: (+39) 327 5776 801
Prove settimanali: mercoledì ore 20.30 – Sala parrocchiale


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Oratorio

Parrocchia: mercoledì dalle 16.30 alle 18.00 

Catechismo e catechiste

Scuole elementari: venerdì 16.45 – Parrocchia

Prima elementare – Scalfi Barbara
Seconda elementare – Glarey Gisella
Terza e Quarta elementare – Pession Delia
Quinta elementare – Lavecchia Sveva

Scuole medie: venerdì 16.45 – Parrocchia
Prima media – Lavecchia Sveva

Incontro Anziani

Biblioteca comunale: sabato 14:00 – 17:00

Il Consiglio pastorale

L’essenza vera di una comunità parrocchiale si manifesta nell’unione di fedeli che essa costituisce intorno a sé.

Affinché però si possa parlare di una comunità effettiva, detta comunità deve, con l’utilizzo di strumenti partecipativi, permettere ai fedeli di intervenire e di condividere la sua missione.

Tra tali strumenti spicca il Consiglio pastorale, il cui ruolo è di sostenere e promuovere l’attività pastorale della parrocchia, ma anche di fare delle proposte concrete per svilupparne le attività e favorire il coordinamento tra le varie realtà esistenti.
L’obiettivo principale del Consiglio è di stimolare la partecipazione dei fedeli e di coinvolgerli in modo responsabile alla missione pastorale.

Il Consiglio pastorale si compone di membri eletti direttamente dalla parrocchia, che rappresentano lo specchio della realtà cristiana locale.
Il funzionamento del Consiglio  è disciplinato principalmente da regole individuate a livello diocesano ed eventualmente arricchite da uno statuto interno.
Nella nostra comunità il Consiglio pastorale è formato da: Glarey Gisella, Jorrioz Nicoletta, Marquis Cristina, Matteotti Anna, Milliery Daniela, Milliery Valter, Scalfi Barbara e Vallet Dario. La presidenza spetta, secondo precetto, al Parroco, il quale viene coadiuvato dal segretario nell’adempimento del suo mandato consigliare.

In ambito locale, il consiglio si distingue per la facilità con la quale esso organizza momenti di comunione cittadina quali festa delle coppie e quella degli anziani (quest’ultima con la collaborazione finanziaria dell’amministrazione comunale).

Guarda il video dedicato alle Chiese di Arvier e Avise su:

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50° Anniversario di sacerdozio di don Quinto Vacquin – 23 giugno 2013

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Domenica 23 giugno 1963 nella chiesa di Santa Croce ad Aosta c’era gran fermento: sei giovani valdostani si preparavano a ricevere il sacramento dell’Ordine.
Fra quei sacerdoti c’era anche un venticinquenne di Brusson dal ciuffo ribelle: don Quinto Vacquin.
Sul Messager dell’anno successivo, il 1964, possiamo vedere la foto scattata in quell’occasione: don Quinto è in posa con i suoi confratelli… ha un largo sorriso e le mani giunte.
E’ lo stesso sorriso che ancora oggi, a cinquant’anni esatti da quel giorno, illumina il suo volto.
E sono quelle mani gentili che in questi cinquant’anni di servizio alla comunità hanno battezzato decine di bambini, benedetto matrimoni, celebrato funerali, offerto la comunione; ma anche mani ruvide che hanno lavorato, zappato, imbiancato, sollevato pesi e che tanto hanno fatto per le nostre cappelle e le nostre chiese.
E poi, anche se da quella fotografia non si poteva sentire, c’è la voce: una voce di preghiera, di ascolto, di calma, di insegnamento e di grande umiltà; la voce del bel canto e della passione per la musica che ha saputo creare amicizia e unione.
Ed infine un gran cuore pronto ad aiutare e a venire incontro al prossimo, sempre in silenzio e senza ostentazioni.
A cinquant’anni esatti di distanza, le comunità di Arvier e di Avise, unite a quelle di Porossan e di Introd, hanno voluto ringraziare don Quinto per quanto ha fatto in questi cinquant’anni di sacerdozio e per quanto ancora farà.
Una splendida giornata di sole, iniziata con la Messa solenne concelebrata dal nostro parroco con don Minuzzo e don Segafredo, e proseguita con le foto di rito sul sagrato della chiesa e l’aperitico comunitario all’area verde.
Grazie don Quinto, grazie di cuore!

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L’antico orologio del campanile

In concomitanza con l’esecuzione dei lavori di restauro del campanile della chiesa parrocchiale di Arvier, svoltisi tra i mesi di aprile e settembre del 2007, vista l’opportunità offerta dall’installazione dei ponteggi a servizio dei suddetti lavori, l’Amministrazione comunale di Arvier ha provveduto al finanziamento delle opere di restauro per scopo culturale e storico dell’antico orologio del campanile. L’orologio, collocato a livello della bifora posta sul lato sud-est del campanile, alloggiato in una sede ad esso dedicato e posto su di un bancanale in legno, non veniva più utilizzato da quando era entrato in funzione il nuovo orologio elettrico, installato verso la fine degli anni ’70 grazie anche all’interessamento dell’allora parroco Don Giuseppe Fosson. Non essendo disponibili notizie documentate circa la storia dell’orologio e in particolare inerenti la proprietà dello stesso, è da ritenere, tuttavia, che, come consuetudine alla fine del XIX° secolo, questo sia stato acquistato dall’allora Amministrazione. Sulla scorta di tali ipotesi, quindi, il parroco Don Quinto Vacquin ha acconsentito alla rimozione dell’orologio, al suo restauro e alla sua valorizzazione. Nel mese di agosto dello stesso anno l’orologio è stato smontato e calato a terra per mezzo del montacarichi installato sul ponteggio.

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    L’orologio è stato, poi, affidato alla ditta del Cav. Roberto Trebino, fornitrice dello Stato della Città del Vaticano, la quale, dopo averlo smontato, lo ha condotto nei suoi laboratori presso Uscio (GENOVA) per un attento restauro che ha visto l’esecuzione delle seguenti operazioni:
–    SMONTAGGIO della macchina dal basamento in legno esistente.
–    PULITURA di tutti gli alberi rocchetti e ruote, sgrassatura del telaio in ghisa e delle bronzine.
–    VERNICIATURA del basamento.
–    VERIFICA dei volani delle suonerie e messa a punto.
–    RECUPERO del bilanciere ad ancora con smerigliatura degli arpioni dell’ancora.
–    POSIZIONAMENTO del rateau (o seghetti) per il suono delle ore e quarti d’ora.
–    VERIFICA delle varie leve in acciaio.
–    PREMONTAGGIO in fabbrica di tutti i corpi e componenti della macchina.
–    FORNITURA nuovo cavalletto in acciaio per il sostegno della macchina.
–    MONTAGGIO corde in acciaio con attacchi per i pesi e carrucole esistenti.
–    MONTAGGIO della macchina su cavalletto, con pesicatene e pendolo.
Gli originali contrappesi in pietra, ritrovati alla base della scala interna di accesso al campanile, non essendo di alcun valore storico ed avendo dimensioni troppo ingombranti per essere riutilizzati a seguito delle operazioni di restauro, sono stati sostituiti con nuovi pesi in ferro atti a garantire il funzionamento del meccanismo. L’orologio costruito tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 dalla ditta Isidoro Sommaruga – Costruttore Meccanico con sede in Via Solforino n. 12 – MILANO, così come inciso sul disco del pendolo, presenta alcune caratteristiche interessanti:
–  SUONERIA ore e mezze ore a 2 cilindri con carica manuale dei pesi.
–  COMANDO quadrante.
–  PENDOLO pesante battente il secondo.
–  SCAPPAMENTO a chevilles ad ancora di riposo.
A seguito del restauro l’orologio è stato quindi collocato in visione al pubblico all’interno della cappella di Saint-Joseph, sede idonea alla sua valorizzazione, in particolar modo durante le esposizioni organizzate dall’Amministrazione comunale durante la stagione estiva.

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L’organo della chiesa parrocchiale

In occasione delle celebrazioni della festa patronale sabato 15 gennaio 2011 la comunità ha inaugurato il nuovo organo della chiesa parrocchiale dei santi Sulpizio e Antonio.

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Come testimonia A. Roux (La paroisse d’Arvier, Imprimérie Catholique, Aoste 1910), la chiesa di Saint-Sulpice possedeva un piccolo organo del Settecento, restaurato nel 1828 da tal Armand Jean Baptiste di Saint-Nicolas e sostituito nel 1867 da un nuovo strumento la cui costruzione fu affidata «à Mr. Vegezzi successeur de Mr. Bossi de Bergamo»: la definizione, ribadita dal Roux («… organo attuale uscito dalla fabbrica Vegezzi-Bossi…»), fa pensare all’organaro Giacomo, figlio adottivo di Felice Bossi.
I libri dei conti della Parrocchia confermano, attraverso varie registrazioni di pagamento, le spese sia per l’organo sia per una nuova cassa.
Questo strumento, riparato nel 1888, rimase in attività fino alla vigilia della prima guerra mondiale, quando vi intervenne Giuseppe Dal Molin che in una sua lettera dice di averlo «riparato e riformato», rivedendolo poi dopo la guerra, nel 1920/21.
I documenti registrano ancora vari piccoli interventi dello stesso Dal Molin e del suo socio Alfredo Cordone, fino al 1928. Poi si interrompono, per saltare al 1965, anno in cui si svolse un fitto carteggio con la Ditta Zaccagnini di Torino, che offrì ad Arvier uno strumento d’occasione, definendolo «costruito circa nel 1939» dalla Ditta Balbiani-Bossi di Milano, completo di mobile, panca e leggio; la trasmissione dello strumento era pneumatica.
L’acquisto fu concluso e l’organo piazzato, probabilmente dalla Ditta Krengli di Novara, inserendo il nuovo mobile nella vecchia cassa, abbastanza più larga.
Nel 1983 venne affidato un intervento di restauro a Franco Dorigato, il quale, nell’impossibilità di intervenire efficacemente su quelli che definì «grovigli di tubi che partono dalla consolle, indistricabilmente appiccicati al mobile», suggerì la trasformazione con applicazione di una nuova consolle elettrica, fornita da Gastone Leorin di Padova. I lavori furono terminati nel 1984.
Dopo diversi anni di semplici interventi di ordinaria manutenzione del suddetto organo, resi difficoltosi e complicati dalla stipatezza dei materiali costitutivi che da sempre hanno pregiudicano la funzionalità dello strumento, nell’ottobre del 2007 è stata avviata la procedura per la sua sistemazione. L’iter, piuttosto lungo e tortuoso visti i tempi autorizzativi e burocratici, ha condotto all’inizio dei lavori, affidati allo stesso Franco Dorigato autore del restauro dei primi anni ’80, a fine giugno del 2009; gli stessi si sono conclusi nel novembre del 2010.
Malgrado le diverse manutenzioni degli ultimi anni, la posizione scomodissima da raggiungere di alcune valvole pneumatiche bloccate a livello del pavimento e dietro a numerosissimi meccanismi impossibili da rimuovere anche durante una manutenzione straordinaria, ha implicato la necessità di un intervento, volto alla soluzione dei suddetti problemi, che ha comportato non solo la riparazione di ogni settore compromesso, ma che dà ora anche la possibilità di operare regolari manutenzioni senza dover smontare l’intero organo ogni volta che si verifichino problemi.
La cassa interna dello strumento prima dell’ultimo intervento, collocato su l’ampia tribuna in legno posta sopra il portale d’ingresso della Chiesa, era inserita nella cassa più antica e non presentava decorazioni di rilievo. La cassa esterna dello strumento originario è a corpo unico con appendici laterali, ad unico fornice delimitato da colonne con capitello corinzio ai lati; su ciascuna appendice laterale è posta una scultura lignea di angelo con tromba.
Il lavoro di restauro ha previsto l’inserimento di alcune file di canne e diverse parti molto utili, ritrovate nella vecchia tribuna della cappella di Saint Joseph antistante la chiesa parrocchiale. I suddetti pezzi, apparentemente dimenticati insieme a diverse canne di principale, di ottava e ai pettini separatori dei registri meccanici a vento, si sono rivelati particolarmente importanti per risalire al prospetto originale della facciata.
La filosofia dell’intervento ha previsto la conservazione e la rivalutazione dei materiali più antichi come la cassa e le canne ritrovate. Il recupero filologico dello strumento ha potuto, tuttavia, essere esaudito solo in parte in quanto molto del materiale originale è scomparso.
E’ stato, pertanto, recuperato il materiale esistente del Balbiani e lo stesso è stato reso revisionabile regolarmente eliminando la precedente necessità di smembrare tutti i sistemi collegati.
Per il posizionamento dei vari registri ritrovati è stato costruito un somiere per la loro sistemazione; il recupero dei vecchi registri e delle canne ritrovate ha permesso l’ottenimento di una sonorità più luminosa e potente, vista anche la veramente esigua forza dello strumento precedente che non consentiva di avere sonorità adeguate rispetto al coro.
Il materiale esistente dell’organo della Ditta Balbiani-Bossi, non recuperato nei i lavori di restauro, è esposto nella cantoria della cappella di Saint-Joseph antistante la chiesa parrocchiale di Arvier dedicata ai santi Sulpizio e Antonio.

La Cantoria/Corale di Arvier

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Nell’autunno del 1975 l’allora parroco Don Giuseppe Fosson si adoperò affinché la cantoria parrocchiale esistente, certamente autorevole, ma forse un po’ radicata in un repertorio arcaico, si rinnovasse in modo da permettere il coinvolgimento di nuovi elementi. Fondamentale fu cercare un direttore disponibile ad organizzare un gruppo  ed a coinvolgere ragazzi (e non) nella nuova formazione canora. Si assunse l’incarico Vincenzo Vigna il quale oltre ad allietare le Sante Messe riuscì, con l’approvazione dei cantori, a modificare lo status della Cantoria in Corale di Arvier. L’evoluzione venne quindi cristallizzata con l’inserimento del gruppo canoro nella rassegna annuale dei canti valdostani a partire dal maggio del 1977. La Corale era inizialmente composta da circa trenta persone: un gruppo giovane integrato da alcune voci più mature. Negli anni successivi, la nuova formazione si presentò a diverse rassegne e ampliò il suo repertorio includendo canti di tipo polifonico, i quali richiedevano una preparazione canora più impegnativa. Lo sforzo maggiore era tuttavia stimolato dal gruppo stesso, sempre pronto a nuove sfide e a sfruttare le prove come occasione di ritrovo e aggregazione. I riconoscimenti non si fecero attendere, ma le origini non vennero per questo tralasciate: la corale partecipò in effetti al “Raduno di tutte le Cantorie d’Italia” nel settembre 1980, tenutosi a Roma presso la Basilica di San Pietro.
L’impegno, la costanza e i primi riconoscimenti, permisero alla Corale di Arvier, col tempo, di affermarsi anche sulla scena italiana: la gratificazione maggiore fu ottenuta  alla rassegna nazionale di canti polifonici che si svolse nella città di ADRIA (Rovigo) nell’ottobre 1982, classificandosi al 5° posto tra tutte le corali in gara. L’evento, oltre ripagare i coristi dei tanti sacrifici fatti, sigillò il gruppo di Arvier tra i più intraprendenti della scena valdostana.

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Agli appuntamenti più “agonistici” si affiancarono anche occasioni di svago, come il gemellaggio con la città di GENT (Belgio) dove la Corale si esibì nel maggio dell’83. L’occasione fu apprezzata non solo per l’accrescimento musico-culturale che ne arrivò, ma anche per i rapporti di amicizia con abitanti del posto tutt’oggi mantenuti.
Essendosi ormai affermata sui palchi nazionali ed internazionali, nonché a seguito dei buoni risultati ottenuti alla rassegna annuale di Aymavilles, la Corale di Arvier fu invitata a partecipare alla manifestazione “Arbre de Noël” (Parigi) del 1984, organizzata dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta.
Negli anni successivi il gruppo si è esibito più volte confrontandosi con altri cori in diverse parrocchie e non mancando mai alla rassegna dei canti corali valdostani sino alla fine degli anni ’80.
Successivamente la Corale di Arvier si sciolse e rimase attiva la cantoria, che con l’arrivo di Don Michel Ottin, si rinnovò con nuove voci.
Il nuovo parroco Don Quinto Vacquin, arrivato nell’ottobre 1995, con la sua sensibilità e competenza musicale riuscì a dare un nuovo slancio alla cantoria coinvolgendo persone di generazione diverse.
Infine, a seguito di una preparazione più tecnica, la direzione della cantoria venne assunta dalla Sig.ra JORRIOZ Nicoletta la quale, coadiuvata da tre organisti, degnamente prosegue tutt’oggi l’eredità lasciata dalla Corale di Arvier.