CHEZ-LES-GARIN
A Chez-les-Garin, piccolo nucleo posto a monte della frazione di Leverogne, al di sotto del promontorio di Rochefort, nel 1872 nacque uno dei personaggi più conosciuti di Arvier: Maurice Garin.
Emigrato in Francia per lavorare come spazzacamino, “le petit ramoneur”, come venne battezzato per la sua piccola taglia (1,61 metri per 60 chili), grazie alla sua determinazione ed alla passione per il ciclismo, dopo molte vittorie, giunse primo al traguardo alla prima edizione del Tour de France, entrando nella storia.
Il famoso ciclista, stabilitosi a Lens, non rientrò più a Chez-les-Garin, villaggio che dopo alcuni anni di semi-abbandono ha ripreso a vivere grazie ad alcune famiglie che hanno ristrutturato le antiche case e si sono stabilite.
Il villaggio dispone anche di un forno per la cottura del pane restaurato nel 2011-2012: con una capienza di 100 pani ed un diametro interno di tre metri è il più grande del comune.
Ogni anno, nel mese di maggio, presso il villaggio di Chez-les-Garin passa la processione che da Leverogne sale al santuario di Rochefort.
Fonti:
Ambroise Roux, La Paroisse d’Arvier, Imprimerie Catholique, Aoste 1910.
Pro Loco di Arvier, Le Conte d’eun cou, Imprimerie valdôtaine, Aoste 1995.
AA.VV., Arvier, Una comunità nella Storia, Musumeci editore, Quart 2004.
AA.VV., Planaval, Histoire, mémoire et traditions d’une petite communauté, LeChâteau, Aoste 2009.
AA.VV., Baise-Pierre, Entre histoire et souvenir, Tipografia Marcoz, Morgex 2011.
CHEZ-LES-FORNIER E CHEZ-LES-MOGET
I due distinti nuclei di Chez-les-Fournier (in patois Tchu Fourgnì) e di Chez-les-Moget (Tchu Modzè) si trovano vicino al capoluogo, lungo la strada che collega il borgo con le frazioni alte del Verney, del Petit-Haury e del Grand-Haury e che lambisce il nucleo di La Crête.
I toponimi Chez-les-Fournier e Chez-les-Moget, così come altri che si trovano sul territorio comunale (Chez-les-Garin, Chez-les-Roset, Chez-les-Gex, Chez-les-Sage/Chez-les-Moulins, Chez-les-Vection e Chez-les-Thomasset), derivano da antroponimi e, dunque, dai nomi delle famiglie che in origine li abitavano: con la proposizione chez si intende infatti “a casa di…”.
Nel 1875, 58 persone abitavano la frazione di Chez-les-Fournier, mentre una sola famiglia composta da 5 persone era presente a Chez-les-Moget.
Ai nostri giorni, i due villaggi sono molto abitati, anche grazie a nuove edificazioni.
Fonti:
Ambroise Roux, La Paroisse d’Arvier, Imprimerie Catholique, Aoste 1910.
Pro Loco di Arvier, Le Conte d’eun cou, Imprimerie valdôtaine, Aoste 1995.
AA.VV., Arvier, Una comunità nella Storia, Musumeci editore, Quart 2004.
AA.VV., Planaval, Histoire, mémoire et traditions d’une petite communauté, LeChâteau, Aoste 2009.
AA.VV., Baise-Pierre, Entre histoire et souvenir, Tipografia Marcoz, Morgex 2011.
MECOSSE
Mecosse è la prima frazione di Arvier che si incontra salendo da Aosta: sita ai confini con il comune di Villeneuve, è anche quella che si trova ad una più bassa altitudine (707 metri s.l.m.).
Il villaggio è situato in una piccola conca soleggiata riparata dai venti e lo si raggiunge dalla strada statale 26 attraversando il sovrappasso sulla linea ferroviaria Aosta/Pré-Saint-Didier.
Di fronte all’abitato, sull’altra sponda della Dora, troviamo gli antichi vigneti di Porchère, oggi incolti.
Qui, nel 1830, grazie alle donazioni di nove possidenti di Arvier, venne costruita una piccola cappella dedicata alla Santa Croce.
Il 3 maggio, giorno della festa patronale, al ritorno della cosiddetta “Processione delle vigne” venivano distribuiti pane e formaggio, annaffiati dall’ottimo vino che era conservato in una grossa botte posta nella fresca cantina sottostante alla cappella.
Ogni proprietario di vigneto offriva al tempo della vendemmia un paniere della sua migliore uva ed i capi-famiglia si occupavano a turno di fare un buon vino per la festa patronale.
Fonti:
Ambroise Roux, La Paroisse d’Arvier, Imprimerie Catholique, Aoste 1910.
Pro Loco di Arvier, Le Conte d’eun cou, Imprimerie valdôtaine, Aoste 1995.
AA.VV., Arvier, Una comunità nella Storia, Musumeci editore, Quart 2004.
AA.VV., Planaval, Histoire, mémoire et traditions d’une petite communauté, LeChâteau, Aoste 2009.
AA.VV., Baise-Pierre, Entre histoire et souvenir, Tipografia Marcoz, Morgex 2011.
LA CRÊTE
Poco lontano dal capoluogo, dopo gli abitati di Chez-les-Fournier e di Chez-les-Moget, troviamo il villaggio di La Crête.
Il nucleo storico, caratterizzato da case molto vicine le une alle altre, fu abitato in passato da famiglie di notabili (i Martinet nel XVII secolo) e si dice che fosse sede di un tribunale.
La Crête, insieme al borgo di Leverogne, offre gli elementi architetturali di maggior pregio del comune.
Degna di nota è una finestra in pietra recante la croce ed il simbolo di Casa Savoia che fa bella mostra di se nell’antica casa che fu sede notarile: in tutto il territorio comunale se ne sono reperite solamente quattro di tale fattura.
Lungo il canale irriguo Eaux Sourdes, a monte del villaggio, nella località Les Bauses, troviamo i resti di una segheria idraulica costruita nel 1899 da Joseph Gadin in accordo con l’Amministrazione comunale che concesse l’autorizzazione beneficiando, in cambio, della lavorazione gratuita del legname necessario per la manutenzione di tre ponti comunali.
Nei pressi dell’abitato sorge, invece, la cappella dedicata a San Rocco e a Sant’Anna.
L’atto di fondazione risale al 1630 in pieno contagio dalla peste, tanto che fu rogato in aperta campagna con la preghiera al Signore di far cessare l’epidemia che in 6 mesi causò la morte di ben 365 persone.
La popolazione di Arvier era invece passata indenne dalla precedente epidemia del 1585, grazie, secondo la tradizione, all’intercessione dei Santi Rocco e Sebastiano.
Attualmente, il villaggio è in parte abitato da alcune famiglie che hanno ristrutturato le case, ma per la gran parte versa in stato di abbandono.
Fonti:
Ambroise Roux, La Paroisse d’Arvier, Imprimerie Catholique, Aoste 1910.
Pro Loco di Arvier, Le Conte d’eun cou, Imprimerie valdôtaine, Aoste 1995.
AA.VV., Arvier, Una comunità nella Storia, Musumeci editore, Quart 2004.
AA.VV., Planaval, Histoire, mémoire et traditions d’une petite communauté, LeChâteau, Aoste 2009.
AA.VV., Baise-Pierre, Entre histoire et souvenir, Tipografia Marcoz, Morgex 2011.
GRAND-HAURY
Il primo edificio che incontriamo giungendo al Grand-Haury, a parte La Cascina (antico edificio agricolo alle dipendenze del castello di Montmayeur), è la cappella dedicata a Santa Maria Maddalena, citata per la prima volta in un atto notarile del 1362.
L’attuale edificio risalirebbe però al 1473.
Una leggenda tramandata dagli anziani del villaggio racconta che, molti secoli fa, si trovavano all’interno della cappella due vecchie statue che rappresentavano Sant’Ilario e Santa Barbara.
Erano molto malandate e gli abitanti del villaggio le avevano poste fuori dell’edificio senza particolare cura in quanto le volevano sostituire con delle nuove.
Alcuni bambini le presero per giocare e le trascinarono nel fango legandole con delle corde. All’istante iniziò a piovere, come mai la gente del villaggio aveva visto: si udivano anche dei tonfi inspiegabili. Le acque fuoriuscirono dal torrente: allora gli abitanti si resero conto della loro imprudenza, presero le statue, le lavarono e le riposero al loro posto.
Piovve sino all’alba e poi di colpo smise, allora gli abitanti andarono a controllare cosa avessero potuto causare quei tonfi. A monte del villaggio, nel bosco, videro sulla parete rocciosa delle grosse crepe mai viste prima che ancor oggi si possono notare: il villaggio aveva rischiato di essere travolto.
Il Grand-Haury è caratterizzato per la posizione delle sue case lungo un asse che dalla cappella va verso il mulino, passando lungo il forno che è stato recentemente restaurato e che viene utilizzato anche per momenti conviviali.
Le abitazioni sono quasi state tutte ristrutturate con attenzione e gusto ed alcune ospitano delle attività turistico-ricettive che portano numerose persone nel villaggio dove, in estate, si trasferiscono numerose famiglie del comune.
Prima del villaggio, sotto la strada comunale, vi è un’antica segheria ad acqua di proprietà della famiglia Pontal, mentre nei pressi della frazione, su di uno sperone roccioso, sorge l’antico castello di Montmayeur, dall’aspetto, più che di un castello residenziale, di un recinto fortificato con funzione militare.
Il castello fu fondato nel 1271, quando Anselmo e Aimone d’Avise ricevettero da Filippo di Savoia il permesso per la sua costruzione.
Tale data è confermata dalle recenti risultanze delle rilevazioni dendrometriche effettuate su campioni lignei prelevati sia nel torrione che nelle mura di cinta.
Caratteristico è il coronamento merlato a coda di rondine della torre che misura circa 12 metri di altezza con muri spessi più di 2 metri: la porta d’ingresso si trova a livello del primo piano.
Il castello, che per la sua collocazione geografica è uno dei più suggestivi della Valle d’Aosta, fu poi ceduto ai Savoia nel XIV secolo, per essere poi infeudato agli Avise ed essere progressivamente abbandonato.
Oggi il castello è di proprietà privata e talvolta, nei suoi pressi, si avventurano i cercatori dell’antico tesoro che si narra fu nascosto dal Signore di Montmayeur.
Fonti:
Ambroise Roux, La Paroisse d’Arvier, Imprimerie Catholique, Aoste 1910.
Pro Loco di Arvier, Le Conte d’eun cou, Imprimerie valdôtaine, Aoste 1995.
AA.VV., Arvier, Una comunità nella Storia, Musumeci editore, Quart 2004.
AA.VV., Planaval, Histoire, mémoire et traditions d’une petite communauté, LeChâteau, Aoste 2009.
AA.VV., Baise-Pierre, Entre histoire et souvenir, Tipografia Marcoz, Morgex 2011.
Oggi (giovedì 7 aprile 2022) la Giunta Regionale ha individuato "AGILE ARVIER" quale progetto pilota della Valle d'Aosta per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi, da trasmettere al Ministero della Cultura nell’ambito dell’intervento “Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) - Attrattività dei Borghi, Linea A”, che dovrà validarlo al fine dell'erogazione dei fondi.
Una sintesi del progetto è consultabile sul sito https://agilearvier.eu dove è inoltre possibile scaricarne una copia in PDF.
L'Amministrazione comunale organizzerà degli incontri per illustrare il progetto alla popolazione e per definire in maniera più dettagliata gli interventi individuati.
SCAFFALE 26
Negli ultimi tempi i canali di comunicazione digitale hanno permesso di ridurre le distanze tra le persone, di collegare e avvicinarle.
In questo spirito la Biblioteca del Comune di Arvier ha ideato la campagna "SCAFFALE26":
Così come la statale 26 é la via che unisce tutti gli abitanti della valle, allo stesso modo il nostro Scaffale si propone di unire culturalmente gli orizzonti dei nostri lettori.
Speriamo che il nostro #Scaffale26, sebbene virtuale, possa simboleggiare un immagine concreta, un luogo, una mensola dove poter consultare e riporre le nostre e vostre proposte letterarie!
Tutti i martedì, sulla pagina facebook della biblioteca, vi proporremo esperienze ed emozioni con un nuovo libro da leggere: perché leggere é viaggiare stando seduti!