La Ravoire
Salendo la strada regionale della Valgrisenche, superato Rochefort, all’uscita di una curva, possiamo ammirare la bella facciata della cappella di La Ravoire fondata nel 1609.
Fra cornici e ghirlande, sono raffigurati, oltre alla Madonna, San Pietro e Santa Barbara, patroni del villaggio, opera ottocentesca del pittore Grange.
Dall’altra parte della strada, troviamo l’abitato con le sue antiche case dove, anticamente, facevano bella mostra di se splendidi pergolati di vigna, le toupie di prié.
Alla fine dell’Ottocento, La Ravoire contava ben 80 abitanti: era attiva la scuola fondata nel 1810 da Jean-François Bovet, parroco di Valgrisenche ed originario del villaggio, il mulino situato nei pressi della cappella macinava il grano proveniente dai campi posti a monte della frazione e presso i due forni, in inverno, veniva cotto il pane nero di segale, scorta per l’intero anno.
Il toponimo La Ravoire, in patois La Rouii, secondo l’abate Henry deriverebbe dal latino rapa, è sarebbe dunque legato ad un campo di rape.
I linguisti Bossard e Chavan propendono invece per una continuazione dell’uso del latino popolare robur, quercia.
A La Ravoire, è possibile ammirare, oltre ad alcune antiche case di ottima fattura, un grenier (antico deposito di alimenti e granaglie) che, sottoposto ad indagini dendocronologiche, è risultato essere stato costruito con legna abbattuta nell’autunno-inverno 1415-1416: circa 600 anni fa!
Fonti:
Ambroise Roux, La Paroisse d’Arvier, Imprimerie Catholique, Aoste 1910.
Pro Loco di Arvier, Le Conte d’eun cou, Imprimerie valdôtaine, Aoste 1995.
AA.VV., Arvier, Una comunità nella Storia, Musumeci editore, Quart 2004.
AA.VV., Planaval, Histoire, mémoire et traditions d’une petite communauté, LeChâteau, Aoste 2009.
AA.VV., Baise-Pierre, Entre histoire et souvenir, Tipografia Marcoz, Morgex 2011.