Verney

Verney1_b

Il toponimo Verney, in patois Lo Vernài, designa un bosco di ontani con il suffisso derivante dal latino –etum avente valore collettivo.
Il villaggio, culla dell’omonima famiglia, posto in una radura di fronte a La Ravoire e caratterizzato da abitazioni molto grandi, era un tempo molto popolato: nel 1951, vi abitavano ancora 25 persone, mentre ai giorni nostri è abitato da una sola famiglia.
Il nucleo è situato al di sotto del Ru de l’Eau Sourde, il canale irriguo lungo circa tre chilometri che serviva e serve la campagna di Arvier e che fu così chiamato in ragione dello scorrere silenzioso delle sue acque.
Con questo toponimo è anche conosciuta la zona situata a valle della frazione, dove il ruscello prende le sue acque dal torrente di Valgrisenche.
Qui sorgeva l’antico abitato del Badzo dove, secondo la leggenda, abitava il capomastro che coordinò i lavori di costruzione del campanile di Arvier dopo aver vinto una prova consistente nella realizzazione di un picchetto di legno da squadrare con un’ascia appoggiandolo sul ginocchio.
Lungo il ruscello, in un luogo panoramico, troviamo anche il mulino della frazione, mentre l’antico forno in rovina è sito nella parte bassa del villaggio dove giunge il ripido sentiero che lo collega alla frazione Leverogne.
A monte dell’abitato si trova la cappella a pianta rettangolare e campaniletto a vela con bifora, la cui facciata presenta un bell’affresco che rappresenta la Madonna ed i santi protettori del villaggio Leonardo e Grato.
La cappella fu realizzata a spese di alcuni abitanti del luogo nel 1652.

Verney_2_b

Fonti:  
Ambroise Roux, La Paroisse d’Arvier, Imprimerie Catholique, Aoste 1910.
Pro Loco di Arvier, Le Conte d’eun cou, Imprimerie valdôtaine, Aoste 1995.
AA.VV., Arvier, Una comunità nella Storia, Musumeci editore, Quart 2004.
AA.VV., Planaval, Histoire, mémoire et traditions d’une petite communauté, LeChâteau, Aoste 2009.
AA.VV., Baise-Pierre, Entre histoire et souvenir, Tipografia Marcoz, Morgex 2011.